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Prezzo € 26,00
Articolo non soggetto a sconti per volontà dell'editore
Franco Angeli Edizioni
Libro - Pagine 224
Anno: 2011
Il volume muove dalle vicende del settimanale L’Europeo, una delle testate più pregevoli e accattivanti dell’immediato dopoguerra, e, avvalendosi di quelle pagine che ritraggono fedelmente l’Italia di allora – un’Italia a tratti inedita –, ripercorre la storia del primo decennio repubblicano con un metro originale e preciso.
Nato nella Milano dell'immediato dopoguerra, in un momento di grande fervore culturale, L'Europeo fu un rotocalco che, grazie alle intuizioni del suo direttore Arrigo Benedetti, divenne subito un vero e proprio modello giornalistico. Benedetti volle creare una testata in grado di illustrare con leggerezza quei tempi difficili e capace, al tempo stesso, di fornire ai lettori delle coordinate per orientarsi in un momento in cui la tentazione di cedere al qualunquismo era forte.
Realizzò così un rotocalco indipendente, che non si accontentava mai delle versioni ufficiali, e che presentava molte novità rispetto al giornalismo precedente, a cominciare dallo stile: quasi impersonale, oggettivo, che consentiva ai fatti e non agli aggettivi di informare il lettore.
L'Europeo, su cui scrissero alcune delle migliori firme del giornalismo italiano e personalità di idee differenti tra loro, spiccò ben presto per la sua freschezza, realizzò autentici colpi giornalistici, fu al centro di aspre polemiche e finì per contendere i lettori ai quotidiani. La formula illustrata, le inchieste, i reportage, l'interesse per ogni settore, dalla cultura all'evasione, ne fecero infatti una testata tra le più pregevoli ed accattivanti.
Muovendo dalle vicende del settimanale, ricostruite anche attraverso la testimonianza di uno dei redattori migliori, Manlio Cancogni, e attraverso la corrispondenza di Benedetti, l'autrice si avvale di quelle pagine che ritraggono fedelmente l'Italia di allora.
Nato nella Milano dell'immediato dopoguerra, in un momento di grande fervore culturale, L'Europeo fu un rotocalco che, grazie alle intuizioni del suo direttore Arrigo Benedetti, divenne subito un vero e proprio modello giornalistico. Benedetti volle creare una testata in grado di illustrare con leggerezza quei tempi difficili e capace, al tempo stesso, di fornire ai lettori delle coordinate per orientarsi in un momento in cui la tentazione di cedere al qualunquismo era forte.
Realizzò così un rotocalco indipendente, che non si accontentava mai delle versioni ufficiali, e che presentava molte novità rispetto al giornalismo precedente, a cominciare dallo stile: quasi impersonale, oggettivo, che consentiva ai fatti e non agli aggettivi di informare il lettore.
L'Europeo, su cui scrissero alcune delle migliori firme del giornalismo italiano e personalità di idee differenti tra loro, spiccò ben presto per la sua freschezza, realizzò autentici colpi giornalistici, fu al centro di aspre polemiche e finì per contendere i lettori ai quotidiani. La formula illustrata, le inchieste, i reportage, l'interesse per ogni settore, dalla cultura all'evasione, ne fecero infatti una testata tra le più pregevoli ed accattivanti.
Muovendo dalle vicende del settimanale, ricostruite anche attraverso la testimonianza di uno dei redattori migliori, Manlio Cancogni, e attraverso la corrispondenza di Benedetti, l'autrice si avvale di quelle pagine che ritraggono fedelmente l'Italia di allora.
Elena Gelsomini, dottore di ricerca in Teoria e storia della modernizzazione e del cambiamento sociale in età contemporanea, è assegnista presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università degli Studi di Siena.
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