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IBL Libri
Libro - Pagine 180
Formato: 13x21
Anno: 2011
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L'acqua, come ogni cosa, è una risorsa scarsa. Come fare perché se ne sprechi il meno possibile, e chi ne ha davvero bisogno possa averla a disposizione?
Questo libro di Fredrik Segerfeldt indaga i casi di gestione pubblica e privata delle risorse idriche, descrivendone vantaggi e svantaggi. La sua attenzione si concentra in particolare sui paesi in via di sviluppo, dove la sfida di garantire a tutti un accesso all’acqua è più complessa: in paesi come l’Argentina, il Marocco, la Cambogia e le Filippine, le esperienze di privatizzazione hanno avuto successo nello stimolare gli investimenti infrastrutturali necessari e nell’indurre un impiego razionale di quella che è, a tutti gli effetti, una risorsa limitata.
A dispetto delle opposizioni ideologiche, Segerfeldt dimostra che le preoccupazioni di quanti temono che il privato non sia un gestore efficiente non trovano conferma empirica. Al contrario, è proprio la politicizzazione delle risorse idriche a causare sprechi e inefficienze.
Dati e fatti alla mano, l’autore ci porta a capire quali sono le strutture istituzionali e gli incentivi di cui c'è bisogno, per assicurare anche all'acqua un uso migliore e più efficace.
Come scrive Oscar Giannino nella sua prefazione, «non è l’acqua condizione dello sviluppo, ma lo sviluppo condizione dell’accesso all’acqua e di un suo più efficiente utilizzo. Si tratta dell’esatto contrario di quanto predica ogni ideologismo, sia ambientale sia delle forme di controllo proprietario dei soggetti che gestiscono il servizio».
Questo libro di Fredrik Segerfeldt indaga i casi di gestione pubblica e privata delle risorse idriche, descrivendone vantaggi e svantaggi. La sua attenzione si concentra in particolare sui paesi in via di sviluppo, dove la sfida di garantire a tutti un accesso all’acqua è più complessa: in paesi come l’Argentina, il Marocco, la Cambogia e le Filippine, le esperienze di privatizzazione hanno avuto successo nello stimolare gli investimenti infrastrutturali necessari e nell’indurre un impiego razionale di quella che è, a tutti gli effetti, una risorsa limitata.
A dispetto delle opposizioni ideologiche, Segerfeldt dimostra che le preoccupazioni di quanti temono che il privato non sia un gestore efficiente non trovano conferma empirica. Al contrario, è proprio la politicizzazione delle risorse idriche a causare sprechi e inefficienze.
Dati e fatti alla mano, l’autore ci porta a capire quali sono le strutture istituzionali e gli incentivi di cui c'è bisogno, per assicurare anche all'acqua un uso migliore e più efficace.
Come scrive Oscar Giannino nella sua prefazione, «non è l’acqua condizione dello sviluppo, ma lo sviluppo condizione dell’accesso all’acqua e di un suo più efficiente utilizzo. Si tratta dell’esatto contrario di quanto predica ogni ideologismo, sia ambientale sia delle forme di controllo proprietario dei soggetti che gestiscono il servizio».
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