Prezzo € 15,00
Edizioni Per La Decrescita Felice
Libro - Pagine 173
Formato: 14x21
Anno: 2009-2011
I segnali sulla necessità di rivedere il parametro della crescita su cui si fondano le società industriali continuano a moltiplicarsi: l'avvicinarsi dell'esaurimento delle fonti fossili di energia e le guerre per averne il controllo, l'innalzamento della temperatura terrestre, i mutamenti climatici, lo scioglimento dei ghiacciai, la crescita dei rifiuti, le devastazioni e l'inquinamento ambientale.
Eppure gli economisti e i politici, gli industriali e i sindacalisti conl'ausilio dei mass media continuano a porre nella crescita del prodotto interno lordo il senso stesso dell'attività produttiva.
In un mondo finito, con risorse finite e con capacità di carico limitate, una crescita infinita è impossibile, anche se le innovazioni tecnologiche venissero indirizzate a ridurre l'impatto ambientale, il consumo di risorse e la produzione di rifiuti. Queste misure sarebbero travolte dalla crescita della produzione e dei consumi in paesi come la Cina, l'India e il Brasile, dove vive circa la metà della popolazione mondiale.
Forse è arrivato il momento di smontare il mito della crescita, di definire nuovi parametri per le attività economiche e produttive, di elaborare un'altra cultura, un altro sapere e un altro saper fare, di sperimentare modi diversi dirapportarsi col mondo, con gli altri e con se stessi.
Maurizio Pallante fondatore con Mario Palazzetti e Tullio Regge nel 1988 del Comitato per l'uso razionale dell'energia (CURE). Svolge attività di ricerca e di pubblicazione saggistica nel campo del risparmio energetico e delle tecnologie ambientali. E' nato a Roma, vive da qualche anno in una cascina tra i boschi e le colline del Monferrato astigiano, dove coltiva ortaggi per autoconsumo, legge per lo più libri di eretici del pensiero, scrive di tanto in tanto saggi e qualche libro. Ha collaborato con La Stampa, Il Sole 24 ore, Il Manifesto e Rinascita.
Edizioni Per La Decrescita Felice
Libro - Pagine 173
Formato: 14x21
Anno: 2009-2011
I segnali sulla necessità di rivedere il parametro della crescita su cui si fondano le società industriali continuano a moltiplicarsi: l'avvicinarsi dell'esaurimento delle fonti fossili di energia e le guerre per averne il controllo, l'innalzamento della temperatura terrestre, i mutamenti climatici, lo scioglimento dei ghiacciai, la crescita dei rifiuti, le devastazioni e l'inquinamento ambientale.
Eppure gli economisti e i politici, gli industriali e i sindacalisti conl'ausilio dei mass media continuano a porre nella crescita del prodotto interno lordo il senso stesso dell'attività produttiva.
In un mondo finito, con risorse finite e con capacità di carico limitate, una crescita infinita è impossibile, anche se le innovazioni tecnologiche venissero indirizzate a ridurre l'impatto ambientale, il consumo di risorse e la produzione di rifiuti. Queste misure sarebbero travolte dalla crescita della produzione e dei consumi in paesi come la Cina, l'India e il Brasile, dove vive circa la metà della popolazione mondiale.
Forse è arrivato il momento di smontare il mito della crescita, di definire nuovi parametri per le attività economiche e produttive, di elaborare un'altra cultura, un altro sapere e un altro saper fare, di sperimentare modi diversi dirapportarsi col mondo, con gli altri e con se stessi.
Maurizio Pallante fondatore con Mario Palazzetti e Tullio Regge nel 1988 del Comitato per l'uso razionale dell'energia (CURE). Svolge attività di ricerca e di pubblicazione saggistica nel campo del risparmio energetico e delle tecnologie ambientali. E' nato a Roma, vive da qualche anno in una cascina tra i boschi e le colline del Monferrato astigiano, dove coltiva ortaggi per autoconsumo, legge per lo più libri di eretici del pensiero, scrive di tanto in tanto saggi e qualche libro. Ha collaborato con La Stampa, Il Sole 24 ore, Il Manifesto e Rinascita.
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